Anziani che nascondono le cose: come bisogna comportarsi
Molti anziani che nascondono le cose lo fanno per ragioni diverse: confusione mentale, insicurezza, perdita di controllo o primi segnali di demenza. Ma come dobbiamo comportarci?
Capita spesso, nella quotidianità con i propri cari, di notare comportamenti strani o inattesi. Tra questi, uno dei più frequenti è quello degli anziani che nascondono le cose. Possono essere oggetti di valore, ma anche semplici utensili, documenti o generi alimentari. Questo atteggiamento, all’apparenza bizzarro, è spesso il campanello d’allarme di una situazione che merita attenzione e comprensione, non giudizio.
Le possibili cause del comportamento
Le ragioni che spingono gli anziani a nascondere le cose possono essere molteplici. In alcuni casi si tratta di una forma di gelosia per i propri oggetti personali, che nasce da un senso di insicurezza o di perdita di controllo. In altri, può essere una conseguenza di disturbi cognitivi, come la demenza senile o l’Alzheimer, in cui il confine tra realtà e immaginazione si fa più labile. In questi casi, il nascondere oggetti diventa un gesto compulsivo, spesso dimenticato poco dopo essere stato compiuto.
In contesti come una casa di riposo o una RSA, è frequente osservare questi comportamenti nei nuovi ospiti, come forma di difesa o disorientamento.
Anziani che nascondono le cose: quando preoccuparsi
Non sempre un anziano che nasconde qualcosa sta manifestando un problema serio. In alcuni casi può trattarsi di semplice riservatezza o di un'abitudine personale. Tuttavia, quando il comportamento diventa frequente, disorganizzato e privo di logica, potrebbe indicare un deterioramento cognitivo. È il caso di quegli anziani che nascondono le cose e poi non ricordano dove le hanno messe, accusando magari gli altri di avergliele rubate.
La presenza di altri sintomi, come confusione, agitazione o sospettosità, può rafforzare l’ipotesi di un disturbo neurodegenerativo. In questi casi, il confronto con un medico geriatra è essenziale per definire un percorso diagnostico adeguato.
Come reagire senza alimentare il conflitto
Quando ci si trova di fronte a un familiare che nasconde oggetti in casa, la prima reazione istintiva è spesso quella del rimprovero o del tentativo di far ragionare. Tuttavia, è importante ricordare che in molti casi il comportamento non è del tutto volontario. Affrontare la situazione con calma, pazienza e senza giudizio è fondamentale.
Può essere utile usare frasi rassicuranti come: “Capisco che tu voglia tenere le tue cose al sicuro” oppure “Se vuoi, possiamo trovare insieme un posto sicuro dove tenerle”. In questo modo si evita di minare la fiducia e si crea un dialogo empatico.
Strategie pratiche per gestire il problema
Alcune strategie possono aiutare concretamente nella gestione quotidiana del problema:
- Stabilire un luogo sicuro e dedicato dove l’anziano può conservare gli oggetti che ritiene importanti.
- Ridurre il numero di oggetti sparsi per casa per facilitare il ritrovamento.
- Creare una routine quotidiana che dia stabilità e riduca l’ansia.
- Coinvolgere l’anziano in semplici attività che stimolino la memoria e l’attenzione.
Il ruolo della famiglia: vicinanza e dialogo
I familiari giocano un ruolo cruciale. Anche quando l’anziano è ospite in una struttura, il mantenimento del legame affettivo e comunicativo con i propri cari è essenziale. Condividere con il personale della struttura ciò che si è notato a casa, raccontare episodi utili e partecipare attivamente alle attività può fare una grande differenza.
Stimolare la memoria in modo positivo
In parallelo alla gestione dei comportamenti disfunzionali, è utile proporre attività che aiutino a stimolare la memoria e le funzioni cognitive. Giochi di memoria, lettura ad alta voce, visione di fotografie familiari, piccoli lavori manuali: tutto può diventare occasione per aiutare l’anziano a ritrovare un equilibrio.
Residenza Villa Serena: quando considerare un supporto esterno
Affrontare la realtà degli anziani che nascondono le cose richiede sensibilità, pazienza e una buona dose di empatia. Non è un comportamento da correggere con durezza, ma un segnale da leggere, interpretare e accogliere. Quando si riesce a farlo, si crea un ambiente più sereno, sia in famiglia che all’interno di una struttura come una casa di riposo.
Quando il comportamento dell’anziano inizia a generare disagio, incomprensioni o rischi per la sicurezza (ad esempio, nascondere farmaci o oggetti taglienti), può essere il momento di valutare un supporto più strutturato. Una casa di riposo o una RSA come la Residenza Villa Serena può offrire un ambiente protetto, dove ogni gesto viene accolto con comprensione e gestito con professionalità.
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